rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Italia

Meno tasse (per alcuni) e investimenti mirati: Bankitalia punta sul turnover per il rilancio

Un'Italia più povera, col Pil che rischia di scendere a -13% ma anche nuove opportunità: il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco "rilegge" Keynes dopo la Covid e chiede di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi

Le conseguenze dell'epidemia di coronavirus sono durissime per l'economia italiana: secondo la relazione della Banca d'Italia il Prodotto interno lordo potrebbe arrivare a fine 2020 a segnare un drammatico -13%. Un'economia bloccata, così come bloccata sarebbe la redistribuzione della ricchezza tra le parti sociali. Inoltre la recessione avrà significative ripercussioni sul mercato del lavoro. Ma il governatore di Bankitalia Ignazio Visco lancia un forte messaggio di speranza: insieme ce la faremo, con scelte mature e consapevoli.

Mala tempora currunt

Ma quanto sarà grave il periodo verso cui stiamo dirigendoci? Secondo le considerazioni finali del governatore Visco la profondità della recessione potrebbe essere amplificata da nuove turbolenze sui mercati, dall’accentuarsi delle tendenze protezionistiche emerse nello scorso biennio, dal diffondersi di casi di insolvenza nelle economie in misura tale da innescare crisi sistemiche nel settore finanziario.

"Anche a seguito degli elevati livelli di debito pubblico e privato - spiega ancora Visco -  potrebbe avviare un pericoloso avvitamento tra il declino dei prezzi e quello della domanda aggregata".

Secondo le proiezioni di Bankitalia lo scenario di base la flessione dell’attività produttiva nel 2020 sarebbe pari al 9%, superiore a quella che l'Italia ha sofferto nel 2008 (la Grande Recessione innescata dalla crisi dei mutui subprime) e nel 2013 (la crisi del debito sovrano). Poi se proseguirà il contenimento dei contagi a livello nazionale e globale nel 2021 si potrebbe recuperare metà della caduta. In un secondo scenario basato su ipotesi più negative, anche se non estreme, il Pil potrebbe arrivare a contrarsi del 13% quest’anno e la ripresa nel 2021 sarebbe molto più lenta.

pil italia 2020-4

A pesare sulle proiezioni la quantità della contrazione del reddito disponibile, il rallentamento del commercio internazionale e il sostanziale arresto dei flussi turistici internazionali. È importante ricordare come dal turismo dipenda più del 5% del PIL e oltre il 6 dell’occupazione.

Nel breve periodo gli ammortizzatori sociali potranno contrastare l’impoverimento di ampi strati della popolazione e l’allargamento delle differenze economiche: i settori più colpiti presentano la maggiore presenza di lavoratori a basso reddito, i giovani che per la prima volta si affacciano sul mercato del lavoro, le attività stagionali e i contratti a tempo determinato o di apprendistato. Per Bankitalia si assisterà ad un aumento significativo del numero di famiglie che non riusciranno a mantenere standard di vita accettabili.

Crisi ma anche opportunità

Bankitalia evidenzia come l'impatto dell’epidemia sui diversi settori di attività economica non è stato omogeneo: nel commercio si è intensificata la tendenza ad accrescere l’uso dei canali di vendita digitali e l’incidenza degli acquisti online sul totale delle spese effettuate con carta elettronica, pari al 23 per cento lo scorso anno, è salita al 40 in aprile. Nuove opportunità, ma anche costi di transizione, una tendenza che tenderà a premiare le aziende più dinamiche e innovative.

Visco spiega inoltre che per riportare la dinamica del prodotto intorno all’1,5 per cento (il valore medio annuo registrato nei dieci anni precedenti la crisi finanziaria globale) servirà incrementare la produttività del lavoro:

"Questo obiettivo richiede un forte aumento dell’accumulazione di capitale, fisico e immateriale, e una crescita dell’efficienza produttiva".

Gli strumenti sono quelli più volte ventilati, che vanno da un miglioramento dei servizi pubblici offerti, semplificazione della burocrazia, uso di tecnologie ma anche una motivazione delle risorse umane delle amministrazioni. "Il forte turnover atteso nei prossimi anni rende possibile l’ingresso di giovani motivati e con competenze elevate e differenziate - spiega ancora Visco - su di essi occorre puntare e investire".

Tirata d'orecchie alla scuola, che accoglie gli studenti in luoghi in molti casi insicuri, non confortevoli e tecnologicamente inadeguati. Un appunto va anche alla insufficiente pentrazione della banda larga che copre meno di un quarto delle famiglie, contro il 60 per cento della media europea, con una penalizzazione particolarmente accentuata nel Mezzogiorno. 

L'Italia è al primo posto in Europa per incidenza di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.

Visco incoraggia ad affrontare il momento di crisi come una opportunità anche sul lato fiscale: "Occorre - spiega - un ripensamento della struttura della tassazione, che tenga anche conto del rinnovamento del sistema di protezione sociale, deve porsi l’obiettivo di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi".

Mappa di un mondo nuovo

Con il dissiparsi della pandemia potremo ritrovarci in un mondo diverso. "Se intuiamo la gravità delle conseguenze sociali ed economiche nel breve periodo - spiega Visco - per quelle a più lungo termine possiamo solo riconoscere di 'sapere di non sapere'. Finita la pandemia avremo livelli di debito pubblico e privato molto più alti e un aumento delle disuguaglianze, non solo di natura economica".

L'invito è quello di consolidare le basi da cui ripartire: citando John Maynard Keynes Visco incoraggia a "procedere più avanti di quanto si sia fatto finora verso una riduzione delle disuguaglianze" usando il progresso tecnologico per tornare a uno sviluppo più equilibrato e sostenibile.

Una ripartenza che può affondare le proprie radici su alcuni punti fermi, come la prova di tenuta offerta in questi mesi dalle infrastrutture di rete, così come la forze di un settore manifatturiero che si è mostrato flessibile e la certezza che il sistema finanziario, rafforzato nonostante la doppia recessione, sia in condizioni decisamente migliori di quelle in cui si trovava alla vigilia della crisi finanziaria globale.

Per il governatore di Bankitalia serve un nuovo rapporto tra Governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile: un nuovo "contratto sociale" così come un nuovo rapporto è indispensabile anche in Europa. Visco ricorda come i fondi europei, così come il nuovo recovery fund, non potranno mai essere "gratuiti".

"L’importanza della recente proposta della Commissione non sta nella sostituzione di un prestito con un trasferimento, ma nell’assunzione collettiva di responsabilità per il finanziamento della ripresa: sarebbe il primo passo verso un’unione di bilancio e il completamento del disegno europeo."

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Meno tasse (per alcuni) e investimenti mirati: Bankitalia punta sul turnover per il rilancio

Today è in caricamento