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Venerdì, 19 Aprile 2024

Maurizio Costanzo, addio all'uomo che ha cambiato la televisione

Ha inventato i talk show. Ma non solo: ha fatto la storia della radio e della televisione. Maurizio Costanzo è morto oggi a Roma all'età di 84 anni, ma non ci abbandonerà mai. Non solo per uno sterminato numero di trasmissioni e interviste che ci lascia in eredità - un archivio straordinario e vastissimo -, ma anche perché la televisione e la radio di oggi, sono in qualche modo sue "figlie", figlie dei suoi talk show, delle sue trasmissioni. 

Maurizio Costanzo è stato il primo, sul palco del Teatro Parioli, a rendere il pubblico, i "non famosi" protagonisti, anticipando in qualche modo i social network di molti anni. In molte occasioni semplici telespettatori che inviavano una lettera alla redazione portavano in seconda serata su Canale 5 le loro idee, le loro paure, i loro problemi, le loro denunce. Il "Maurizio Costanzo Show" era il luogo dove si formava una parte rilevante dell'opinione pubblica italiana, dove i politici salivano sul palco per essere intervistati dal conduttore, ma anche per confrontarsi con i cittadini. 

Sono innumerevoli i personaggi nati sul palco del Parioli: Enzo Iacchetti, Dario Vergassola, Valerio Mastandrea, Afef Jnifen, Gioele Dix, Ricky Memphis, Giobbe Covatta, Platinette e - ovviamente - Vittorio Sgarbi.

Il Palco del Parioli era diventato in qualche modo il luogo del racconto quotidiano dell'Italia che cambiava, che diventava più narcisa e più matura, che combatteva l'aggressione della Mafia allo Stato e che scopriva nuovi diritti civili, che passava dalla prima alla seconda repubblica, attraverso gli scandali di Tangentopoli, mostrando al pubblico anche la parte privata dei nuovi potenti che entravano nell'immaginario collettivo. Un nuovo racconto della politica che iniziò proprio con la nascita della seconda repubblica nel 1994. 

Ma Maurizio Costanzo è stato molto altro, non solo il "Maurizio Costanzo Show". Giornalista impegnato, le sue trasmissioni contro la Mafia insieme a Michele Santoro hanno segnato la storia del piccolo schermo. Negli occhi rimane l'immagine del conduttore di Canale 5 che da fuoco alla maglietta con la scritta "Mafia", "La bruciamo?" Chiede mentre il pubblico inizia ad applaudire.  Tra i grandi sostenitori di Giovanni Falcone, spesso ospite nelle sue trasmissioni, la lotta alla mafia è probabilmente costata a Costanzo e a sua moglie Maria De Filippi un attentato, quando una bomba scoppiò a Via Fauro, strada situata sul percorso fatto ogni giorno dalla loro macchina tornando verso casa dal Teatro Parioli. 

Maestro nell'alternare alto e basso, perfetto conoscitore dei tempi televisivi, re dell'interviste, Costanzo ha anche inventato, insieme a Paolo Villaggio, il personaggio di Fracchia. Paroliere di canzoni indimenticabili - "Se telefonando" in primis -  il conduttore nel corso della sua carriera ha dimostrato una grande ecletticità, riuscendo a essere un comunicatore moderno in ogni campo, dalla televisione alla carta stampata, passando per la direzione artistica del teatro Parioli e di Canale 5. Certamente è stato anche un protagonista vorace della comunicazione italiana, cosa che gli costò non poche critiche da parte di chi lo accusava di gestire troppo potere mediatico. 

Con Enrico Mentana fu uno dei personaggi più celebri a opporsi all'idea che Silvio Berlusconi "scendesse in politica"; la sua convinzione era che questo avrebbe potuto non solo nuocere all'azienda, ma che anche la "libertà" di cui tutte le reti mediaset avevano goduto fino a quel momento ne potesse uscire ridimensionata oppure screditata agli occhi del pubblico. Riuscì sempre a evitare qualsiasi tipo di critica sotto questo punto di vista, mantenendo intatta la sua libertà e la sua credibilità agli occhi del pubblico, nonostante qualche attacco "interno" all'azienda non sia mancato nel corso degli anni più caldi dell'avventura del suo editore in politica. 

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